Ebbene sì, il compositore tedesco Ludwig Van Beethoven era affetto da un grave problema all’udito peggiorato sempre più nel corso della sua vita. Eppure nonostante questa difficoltà non ha smesso di comporre e suonare i suoi capolavori, come nel 1824, pochi anni prima di morire, la Nona Sinfonia con il suo Inno alla Gioia.
Beethoven era nato in una famiglia di persone vicine all’ambiente musicale: suo padre Johann era un tenore, mentre la madre era un’abile pianista. Cominciò a studiare musica da bambino, all’età di 5 anni, e pochi anni dopo il padre lo portò a fare un giro di concerti tra Germania e Paesi Bassi. Intorno ai 26 anni iniziò a percepire i primi disturbi all’udito e a prendere coscienza della propria condizione.
Secondo un’indagine pubblicata sul British Medical Journal nel 2011, con l’aggravarsi del disturbo uditivo Beethoven avrebbe utilizzato note di frequenza media e bassa, in modo da poterle sentire, mentre una volta perso definitivamente l’udito sarebbe tornato a usare note alte. Il problema infatti si aggravò progressivamente nel corso degli anni, fino al punto che Beethoven si trovò a dover proseguire la composizione delle sue opere non potendo sentire il suono delle sue note.