Che si tratti di una nazione, una regione o una città, ogni luogo richiama una canzone o, meglio, il suo titolo.
Se pensiamo all’America, nella nostra mente comincia a riecheggiare energico il ritornello di “Born in the U.S.A” di Bruce Springsteen mentre il ritmo di “California Dreamin” ci catapulta sul lungomare ornato di palme di Venice Beach a Los Angeles. Le note palpitanti di “New York” di Alicia Keys esprimono invece tutta l’energia della grande mela.
L’Inghilterra è indiscutibilmente rappresentata dalle note anticonformiste di “Anarchy of the UK” dei Sex Pistols e la sua capitale dal celebre “London calling” dei Clash.
Il nostro Bel Paese è stato narrato da nord a sud con motivi che evocano le sue bellezze e la storia della sua gente; da citare “Piazza grande” di Lucio Dalla, “Roma di notte” dei Tiromancino & Frankie Hi-NRG, “Napule è” di Pino Daniele e “Il cielo su Torino” dei Subsonica.
E mentre “Messico e Nuvole”, nella recente versione di Giuliano Palma and The Bluebeaters, rievoca i paesaggi affascinanti e le rovine dello stato sudamericano, “Welcome to the jungle” dei Guns N’ Roses è un tuffo a pieni polmoni nella foresta amazzonica brasiliana. E ancora, la sentite l’energia e il sole delle terre raccontate in “Waka Waka (This Time For Africa)” di Shakira?
Sulla base delle citazioni musicali rappresentative di centinaia di luoghi geografici del mondo, lo studio londinese di design Dorothy si è cimentato a disegnare una mappa musicale del mondo intero: una cartina geografica in tipico stile anni ’50 che propone i titoli di famose canzoni al posto dei nomi dei Paesi. E così, quasi per gioco, dall’incontro della musica con la geografia è nata la Musigrafia. L’esperimento ha messo in evidenza il legame di un brano musicale con i luoghi e valorizzato le storie e i racconti di città e capitali.
Cartina alla mano, zaino in spalla e cuffie nelle orecchie, immaginatevi di fare un giro del mondo sonoro per vivere, oltre ai luoghi, canzoni, suoni e parole di quel territorio.